Ho pubblicato cinque libri ad oggi, eccoli con una breve nota esplicativa
Costantino V, Il Cerchio Rimini, 2007
È luogo comune associare la storia bizantina a qualcosa di decadente, cavilloso, ingarbugliato e oltre modo prolisso. Nulla è più falso di queste affermazioni, e noi ancora oggi subiamo questo forma di cultura imposta dal settecento illuminista, che credendo di illuminare di immenso il mondo, ha oscurato oltremodo uno dei più grandi imperi che mai il Mediterraneo abbia conosciuto. Bisanzio, visse per più di mille anni. Se ci affidiamo alla storiografia ufficiale, nacque con la costruzione della sua capitale avvenuta in maniera solenne l’11 Maggio del 330 ad opera di Costantino il Grande e morì sotto l’ondata turca, nel 1453. Questo libro vuole ricostruire il particolare momento storico dell’iconoclastia attraverso la vita di Costantino V. Costantino fu un grande Imperatore, riformò l’impero con l’Eckloghè ton Nomon, riformò l’esercito, vinse contro i Bulgari e contro gli Arabi bloccandoli definitivamente, convocò il Concilio di Hieria dove dimostrò le sue doti di “ottimo teologo e filosofo” (Gibbon).
I Longobardi, LEG, Gorizia 2012
La storiografia ufficiale italiana, specie quella risorgimentale, ha spesso sottovalutato l’importanza della storia dei Longobardi. Eppure questo popolo dimostrò una spiccata duttilità nell’integrarsi nel complesso scacchiere italico tanto da regnarvi per quasi duecento anni. Secondo molti storici, il regno longobardo fu foriero di importanti cambiamenti, perché furono proprio le Völkerwanderungen a portare la penisola nel Medioevo. Con l’arrivo dei Longobardi si spense ogni velleità bizantina riguardo al mantenimento della provincia italica e, allo stesso tempo, con l’istituzione dell’esarcato si tentò di contenere l’espansione barbarica. La lotta tra Longobardi e Bizantini fu aspra, specialmente all’inizio della migrazione, e portò a violenti scontri, spesso a favore dei primi, ma quando il regno longobardo riuscì a radicarsi, istituì una solida realtà istituzionale e un saldo organismo territoriale attraverso un lungo ma costante percorso di riunificazione di tutte le tribù che avevano partecipato alla conquista della penisola.
Irene, Imperatore di Bisanzio, Jouvence, Milano 2015
Irene di Bisanzio, unica donna ad assumere il titolo imperiale maschile, è conosciuta soprattutto per aver sconfitto l’iconoclastia, riportando la Chiesa d’Oriente in comunione con tutte le altre. Per questa ragione venne proclamata Santa e ricordata come colei che salvò l’unità del mondo cristiano. Forse non tutti sanno però che Irene fu anche e principalmente una donna di governo e di guerra, che non esitò a uccidere il figlio e altri nemici politici per perseguire quello che riteneva essere il bene dell’Impero. Una donna di potere e di fede che può essere compresa a fondo solo prescindendo dalla mentalità moderna e cercando di interpretare lucidamente una società estinta, quale quella bizantina.
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Carlo Zen, l’eroe di Chioggia, Graphe, Perugia 2018
Carlo, della famiglia Zen, che leggenda vuole fosse imparentata con gli Imperatori bizantini Leone ii e Zenone, iniziò il suo percorso educativo ad Avignone dal Papa per poi trasferirsi a Padova ma, per via della vita dissoluta e di qualche amore adulterino, lasciò gli studi e si trasferì a Patrasso, in Grecia, dove diede mostra di grandi doti marziali. Il suo carattere lo portò a trasferirsi di nuovo e giunse a Costantinopoli dove trovò il suo vero amore, si sposò e intraprese l’attività di mercante. Coinvolto nelle faide familiari dei Paleologo, si spostò sull’isola di Tenedo, divenuta veneziana proprio grazie alla sua mediazione con l’Imperatore di Bisanzio: qui Carlo Zen riuscì a fermare un attacco genovese e andò in aiuto della madrepatria, venendo così acclamato come eroe di Chioggia. Tuttavia, accusato di tradimento, dovette allontanarsi di nuovo dalla propria Patria nella quale fece ritorno dopo sette anni, lasciando definitivamente le armi e dedicandosi alla cultura: a lui si deve il primo salotto intellettuale veneziano tra studiosi italiani e dotti bizantini. Morì a ottantaquattro anni, celebrato come uno dei condottieri più importanti della Serenissima.
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Venezia Bizantina, Helvetia, Venezia 2018
Lo studio di Nicola Bergamo propone un excursus storico sull’evolversi dei rapporti fra la nascente città di Venezia e il potente impero bizantino, dai primi insediamenti venetici nella gronda lagunare dell’augustea X Regio Venetia et Histria, attraverso le devastanti guerre gotiche e l’invasione longobarda, fino all’affrancamento fiscale del 1082 con la crisobolla concessa dal basileus Alessio I Comneno che accrescerà enormemente la fortuna commerciale dei veneziani all’interno del Mediterraneo, consolidando quella che diverrà una fulgida repubblica millenaria. Un cambiamento anche del potere politico che dall’esarca, il tribuno e il magister militum passerà alle famiglie élitarie che eleggeranno i primi duces, e sposterà il proprio baricentro dalla primitiva capitale Civitanova sulla terraferma verso il nucleo lagunare di Rivoalto attorno al quale si svilupperà la città, cercando una soluzione alle continue lotte fra i patriarcati di Grado e Aquileia e agli assalti dei pirati narentani che incrociavano le navi sulla rotta per Costantinopoli. A corredo del saggio un testo introduttivo di Pier Alvise Zorzi.